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Apolline

Alla fine ti è mancato il coraggio amore mio. Ma sarai l’ultima a lasciare i miei ricordi quando chiuderò gli occhi per sempre.

Apolline

Era primavera, penso, o invece estate
Il risveglio dei sensi attraversa l’aria tiepida
E una città la cui luce giunge dall’oceano
Da lontano
E va a infrangersi sulle pareti Illuminate di gioia
Per dissimulare il piacere di qualcosa
Non si percepisce ancora
Ma si sa manchi
Mai si sa che si vivrà
Ci assorbirà
Le strade strette
Come è la vita angusta
Vissuta con la propensione a passato e futuro
Ci doveva appartenere
L’acqua che lava via il male della vita
Effimero e inutile
Il crepuscolo che ci sorprende
Lungo il cammino che volevamo ancora percorrere
Quel frammento di esistenza sarebbe stato meglio non averlo mai vissuto
Scricchiolato come legno vecchio con lo stesso sapore in bocca
Amore esistito e mai vissuto
Inevitabilmente giunge la dama velata, la noia a trascorrere il suo tempo
In un languore autunnale e tutto è declino e ruba i ricordi

Sapessi

Sapessi il male che soffro, lontano da te, piangeresti.
Ma non esser felice, se t’abbandoni, e vinci!

Quando per te patisco mi consola un’altra creatura:
Suo è il pianto che odo in cuore, quando mi perdo in te.

da “Foglio di Via e altri versi” di Franco Fortini

"there are no secrets in life, just hidden truths that lie beneath the surface"

Fabrizio Borelli, Imaging

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