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Contagion

Bastò lasciare una casella libera. Di lì a poco i rossi iniziarono a svanire. Nessuno sa con certezza se fuggirono volontariamente, se furono eliminati con la forza o, peggio, se l’estinzione fu opera del contagio. Alla fine ne restò uno, uno solo, il verde, solo nel buio. (2013)
La notizia che un nuovo virus si stava diffondendo apparve da subito allarmante. Ma peggio fu quando, in poche settimane, ci trovammo a vivere vite che non erano più le nostre, lontani gli uni dagli altri, in un cosmo di infinite, fungibili solitudini.
Il nostro benessere psicologico, economico, emotivo, sociale veniva colpito da un intruso, capace di alterare sentimenti, pensieri, azioni di noi tutti. (2021)

Il progetto dell’opera

L’opera originale è costituita da una sequenza narrativa di quindici tavole. Quindici stampe, griglie ortogonali, ciascuna di venticinque celle. Ogni cella rappresenta un encefalo umano, figura-archetipo dell’antropica essenza. Nella prima e nella penultima tavola l’immagine dell’encefalo è grande, unica, centrata, invade lo spazio. L’ultima tavola è nera. È il buio, il vuoto.

Spazio, sequenza, narrazione

Idea originale dell’opera Contagion è la rappresentazione – nello spazio definito in ciascuna delle 15 tavole – di una comunità, un mondo, inizialmente affollato dove, improvvisamente e senza una ragione apparente, a poco a poco le celle si vuotano, lasciando spazi liberi, trasformando l’assetto, pregiudicando gli equilibri in essere.
È un’invasione, una contaminazione, un’infezione? L’intento provocatorio dell’opera sospende risposta e giudizio.

Contagion Clip

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ContagionApp

«La riproducibilità tecnica fa vacillare l’autorità dell’autentico, dell’hic et nunc; fa sì che l’aura dell’opera, unica e irripetibile, venga meno. Oltra a ciò la riproducibilità converte la natura dei soggetti della fruizione estetica. Da singoli contemplanti a masse frenetiche»
Da: L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica, Walter Benjamin 1936

Quale il destino dell’opera d’arte nel contesto delle trasformazioni tecnologiche?
ContagionApp è esplosione concreta e diffusa:
opera unica – una serie di quindici tavole – che intenzionalmente si trasfigura in applicazione informatica e mette in rete la propria metamorfosi.

Ci siamo trovati a vivere vite che non erano più le nostre, lontani gli uni dagli altri, in un cosmo di infinite, fungibili solitudini. CONTAGION esprime la capacità che l’arte ha di osservare e interpretare la condizione umana come opportunità generatrice di nuovi significati. CONTAGION ricerca nessi inesplorati nel passaggio dall’ineluttabilità e la solitudine dell’opera analogica all’interattività e la socialità dell’applicazione digitale.
Maria Italia Zacheo
Architetta e Storica dell’arte

Contagion App attualizza e trasforma un’originale serie meta/fotografica, creata nel 2013, in un’applicazione informatica: Contagion Hypercasual Multiplayer Experience
Non subisce la riproducibilità la moltiplica invece, con un fattore potenzialmente infinito.
ContagionApp da oggetto analogico diviene esperienza.
Esperienza nella rete, esperienza condivisa. Contagion è un esperimento sociale.

Non ci sono risorse da acquisire o spendere. Il gioco è completamente gratuito e advertisment free.
Alla fine di ogni stagione sarà realizzato un oggetto da collezione, CONTAGION NFT.
Contagion – Hypercasual Multiplayer Experience è un ART GAME prodotto e realizzato dalla Criticaldrop Entertainment

"there are no secrets in life, just hidden truths that lie beneath the surface"

Fabrizio Borelli, Imaging

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