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RITRATTO FOTOGRAFICO E IDENTITA’

RITRATTO FOTOGRAFICO E IDENTITA’

di Fabrizio Borelli / 3 settembre 2018 / Sezione: Contributi / Tags: , , , , , / 0 Commenti

SEINCONTRI
STORIA SCIENZA ARTE CONTEMPORANEA
Per presentare agli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Roma le ricerche
internazionali più interessanti nei settori della cultura e del vivere sociale
Corso di Teoria della Percezione e Psicologia della Forma
LAP – Laboratory of Art Psychology
Prof.ssa Miriam Mirolla

RITRATTO FOTOGRAFICO E IDENTITÀ
Conversazione con
FABRIZIO BORELLI – Regista, Format Designer e Fine art photographer
MARIA ITALIA ZACHEO – Architetto e Storica dell’Arte

Photo courtesy F. Borelli
Giovedì 21 giugno 2018
Accademia di Belle Arti di Roma

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SWING ANGEL 03 VIA CRUCIS – V STAZIONE

SWING ANGEL 03 VIA CRUCIS – V STAZIONE

di Fabrizio Borelli / 18 aprile 2017 / Sezione: Contributi / 0 Commenti

Molti anni fa venne diagnosticata a mia figlia, la minore, una scoliosi grave. L’immagine radiografica della sua schiena ritorta colpì la mia coscienza di padre e la mia immaginazione. Quella figura a forma di “esse” sarebbe stata l’inizio di un percorso doloroso, arduo e riparatore, ma fu anche un lampo di stupore estetico. Continue reading →

SCENTS. Sensualità, ironia, gioco.

SCENTS. Sensualità, ironia, gioco.

di Fabrizio Borelli / 27 ottobre 2017 / Sezione: Contributi / 0 Commenti

Sensualità, ironia, gioco. Tre parole definiscono il perimetro concettuale del ciclo SCENTS: sensualità nell’allusione al corpo femminile; ironia dei colori; gioco dei contrasti cromatici. Assenti le azioni del corpo, il linguaggio è lieve e allude a una sessualità intima e ludica. Immagini non del tutto innocenti – il volto depennato – per alludere a un puro e letterario oggetto di desiderio, per annullare, o tentare di farlo, la dualità tra amore erotico e amore romantico.

Le opere, in piccolo formato (15 x 10), sono realizzate con materiale di risulta fortemente elaborato. Curata dall’autore, la stampa – glicée fine art su carta acid free – è in edizione limitata, arricchita da una patinatura stesa a mano che impreziosisce l’immagine.

Maria Italia Zacheo



"In&Out", collettiva.
Sale del Bastione, Giovinazzo - (BA)
Agosto 2017
SOPRA SOTTO BERLINO

SOPRA SOTTO BERLINO

di Fabrizio Borelli / 29 ottobre 2017 / Sezione: Contributi / Tags: , , , , / 0 Commenti

Fabrizio Borelli, in occasione di Rome Art Week 2017, ha esposto con e nello studio di carlo D’Orta. I due artisti aprono finestre  inedite su Berlino in un diorama discontinuo dove l’attimo irripetibile dialoga con il dettaglio ricercato.

Città-Stato, mondi paralleli, segmenti di vita; architetture, gente, cieli: le fotografie raccontano forme, colori, suoni, sapori di una metropoli in continua evoluzione, luminosa nei suoi quartieri e nei suoi sotterranei.

Progetti

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Confine#1  Melpignano agosto 2017

Confine#1 Melpignano agosto 2017

di Fabrizio Borelli / 12 novembre 2017 / Sezione: Contributi / 0 Commenti

STORIE DI LUCI E DI OMBRE

PARTITURE UMANE

di Maria Italia Zacheo

Accettano le contraddizioni della vita – ricercatori d’anima – per approdare alla condizione armonica, dove il confine ingloba più che divide, comprende, più che distingue, definisce mondi, più che separa. Aspirano al riconoscimento delle molte identità. Costruiscono partiture complesse e virtuose, che a noi parlano di noi e degli altri: impasti sinfonici di corpo e di psiche, di musica e di danza, di prosa e di poesia, di luci e di ombre.

La chiave è nella finestra, la chiave è nella luce del sole alla finestra – Ho la chiave (…) la chiave è nelle sbarre, nella luce del sole nella finestra,  scrive Allen Ginsberg (1959), riportando i pensieri di Naomi, sua madre, espressi in una lettera che a lui invia, qualche giorno prima di morire (1956), dall’ospedale psichiatrico dove è ricoverata.  E proprio da questa concisa visione  di Noemi – superamento del confine tra costrizione e liberazione – ha origine un poema (Kaddish).

La storia che questa mostra racconta si intreccia con tutte le storie di confine, tra estraneità e intimità, tra individuo e comunità, tra regola e trasgressione.

E’ storia di tutti: volti, incontri, rappresentazioni. I temi della fragilità e della frangibilità umana affiorano prepotentemente nelle immagini di una straordinaria tournée, in una città  – Roma – riscoperta, ripercorsa, rivissuta. L’esplorazione della frontiera tra normalità e diversità, espressa nella narrazione artistica, propone una meditazione profonda sull’identità e la dignità dei protagonisti. Donne e uomini del nostro tempo guardano, osservati; parlano i dialetti del mondo; ridono di sé e degli altri. Gli sguardi tradiscono l’incantesimo della follia, esplosa in loro, anziché nascosta.

L’obiettivo sulla condizione del disagio mentale è puntato per catturarne l’umanità  – dove smarrita la meta? quando l’abbandono? – e per trasmettere dell’umanità il senso; per trovare, nel labirinto del caos,  la via possibile.

Le fotografie di Fabrizio Borelli sono un inno agli scartati. Emozionano per la tenerezza delle immagini e stupiscono per la naturalezza dei soggetti, che confermano la pazzia parte integrante dell’essere e del vivere. Colpiscono per la teatralità delle composizioni e per le ambientazioni originali. Traducono visitazioni urbane in tableaux vivants.

Recuperare l’anima liberandola e proiettandola – saggezza antica del ritrovare il senso di noi – è missione condotta con successo dall’artista, che segue e riprende l’insolita compagnia di attori, cogliendo sentimenti negli occhi, nelle posture, nelle movenze.

Questa partitura umana di luci, di ombre, di corpi, …,  è un viaggio della speranza nella città negata – siamo alla fine degli anni settanta, poco dopo l’approvazione della Legge Basaglia – propizio per una nuova appropriazione.

Le rappresentazioni si svolgono in luoghi topici della Capitale – il Tevere,  Santa Maria Della Pietà, l’Argentina, Primavalle, il Giardino Zoologico, Il Mattatoio, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Santa Maria in Trastevere – e sono in scena gli oggetti- simbolo di una subita segregazione – lettini, numeri, apparecchiature, coperte, lenzuola, … .

Quasi cerimonie che raccontano di sopravvissuti, evocano altre situazioni, altre immagini, altri rituali, inaccettabili per la cura della follia. Nel procedere, la nostra carovana giunge nella terra della Pizzica, ancora una partitura umana – cromatica, coreutica, musicale – che sublima le sue origini legate alle terapie di guarigione dei culti dionisiaci e del tarantismo.

La taranta si fa ragno/ diventa ragno/ che è in lei/ il suo pensiero si muta/ in ritmo puro/ e nel movimento quasi meccanico/ sorgono figure di liberazione/ travolte però ancora da ombre/ disperate/ Ora la donna in piedi/ lotta con la taranta,/ immaginando di calpestarla/ e di ucciderla col piede che batte la danza (Salvatore Quasimodo, 1959). Traumi, frustrazioni, conflitti, disagi, emarginazioni non impediscono – nella tenacia della conoscenza, della denuncia, dell’evoluzione – l’affermazione di una vita dove la follia se ne va a spasso per il mondo come il sole, e non c’è luogo in cui non risplenda (William Shakespeare, 1602).

 

la Repubblica Bari

Qui Salento

Gazzetta del mezzogiorno

Libro Firme
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Confine#1 – Come rendere luminosa l’ombra.

Confine#1 – Come rendere luminosa l’ombra.

di Filippo Di Giacomo / 18 aprile 2017 / Sezione: Contributi / 0 Commenti

Di Filippo di Giacomo

Quando nel 1727, durante alcuni esperimenti con carbonato di calcio, acqua regia, acido nitrico e argento, lo scienziato tedesco Johann Heinrich Schulze scoprì che la miscela reagiva alla luce e chiamò il suo procedimento scotophorus, portatrice di tenebre. Per far diventare questo composto primordiale phos-graphis, scrittura con la luce, bisognerà aspettare ancora qualche decennio quando un altro scienziato tedesco, un astronomo, John F. W. Herschel propose il nome “fotografia” (e anche “negativo” e “positivo”) in sostituzione di quelle strane espressioni (dagherrotipia, calotipia e antotipia) che erano succedute alla minacciosa parola “scotophorus”. Continue reading →

Confine#1 – Come rendere luminosa l’ombra.

Confine#1 – Come rendere luminosa l’ombra.

di Barbara Martusciello / 18 aprile 2017 / Sezione: Contributi / 0 Commenti

Di Barbara Martusciello

Fabrizio Borelli ha alle spalle un’intensa ricerca nel campo della restituzione visiva della realtà che ha portato avanti, attraverso il linguaggio video e fotografico, per decenni; la lunga esperienza professionale con numerosi registi, tra cui Ettore Scola, Andrei Tarkovskij, Luigi Comencini, Giovanna Gagliardo, Bruno Corbucci, Ermanno Olmi, ha allargato i suoi già ampi orizzonti e quella in ambito televisivo gli ha permesso di affinare la sua naturale sensibilità reportistica e il dono della sintesi. Continue reading →

Perchè il viaggio vale più della meta

Perchè il viaggio vale più della meta

di Fabrizio Borelli / 8 settembre 2016 / Sezione: Contributi / Tags: , , , , , , / 0 Commenti

Quando mi hanno invitato a esporre nella Sala VIP “I Mosaici” dell’Aeroporto Leonardo Da Vinci ho accolto la proposta con grande entusiasmo. Per il prestigio del luogo e per la vastità e la qualità della platea che frequenta la Sala. Tante e tante persone, in transito da e per tutti i paesi d’Europa e nell’arco di un mese, avrebbero visto le mie opere come mai sarebbe potuto accadere in una galleria privata. Straordinario. Continue reading →

Elementi (semiseri) di neurofisiologia del cervello umano

Elementi (semiseri) di neurofisiologia del cervello umano

di Fabrizio Borelli / 14 gennaio 2016 / Sezione: Contributi / 0 Commenti

Il cervello umano è plastico, mutevole. Le connessioni neuronali sono modificabili, anche con l’avanzare dell’età.
Le cellule del cervello, nuove o vecchie che siano, sono in grado di rimodellare i circuiti nervosi. Sempre.
Il cervello assimila, analizza, memorizza. Continue reading →

U-Bahn

U-Bahn

di Fabrizio Borelli / 9 dicembre 2015 / Sezione: Contributi / 0 Commenti

Dieci linee, 146 chilometri, sopra e sotto terra, 143 stazioni. La U-Bahn ha le carrozze gialle ed è lo specchio della comunità che ci viaggia sopra, 24 ore su 24. Non ci sono tornelli né barriere di altro tipo. Compri il biglietto e lo metti in tasca, se sei onesto e se hai rispetto per la collettività. La gente di Berlino confida in sé stessa, ha un alto senso della città e della U-Bahn. Continue reading →

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